HF Distribuzione

Posted: 03/09/09 by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0





IL PIU' IMPORTANTE SITO ITALIANO SPECIALIZZATO IN LIBRI D'IMMAGINE

HF Distribuzione nasce nel 1995. E' un'azienda specializzata in importazione e vendita per corrispondenza di libri di fotografia e di arte. Specializzata nella gestione di bookshop delle più importanti manifestazioni di fotografia, è' stata la prima azienda italiana specializzata in editoria a proporsi con la vendita online attraverso siti commerciali su Internet già dal primo anno della sua costituzione. Collegandosi al suo sito specializzato in fotografia www.hfnet.it è possibile richiedere il catalogo gratuito che esce semestralmente. Tutte le novità e il catalogo generale è su internet in quanto le novità editoriali sono sempre aggiornate e ingressate giornalmente. Così come è possibile scaricare dal sito i cataloghi generali tematici.
HF Distribuzione è in collaborazione con le più importanti organizzazioni fieristiche della fotografia.Su www.artelibri.it si possono trovare le novità editoriali sull'arte antica, classica, contemporanea, scultura, grafica, design, architettura, fumetto, letteratura.
Dal 2008 è presente su internet con siti specializzati su diversi altri settori editoriali specialistici:
www.cinemalibri.it - le novità sul cinema con la possibilità di vedere i trailers dei film in diretta video
www.sportlibri.it - le novità sullo sport e sui personaggi sportivi
www.musicalibri.it - le novità sulla musica classica, operistica, pop, rock nazionale e internazionale
www.cucinalibri.it - le novità sui libri di cucina, ricette e curiosità dell'arte culinaria

Associazione culturale Deaphoto - videoproiezioni

Posted: by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0


    

STREETFLO
Fotografie di Giovanni De Leo, Michelangelo Chiaramida, Sandro Bini.


Il progetto Streetflo è uno sguardo soggettivo e personale sul Centro Storico di Firenze. Un tipo di ricerca che, nata dall’interesse per gli aspetti umani e sociali della città, vuole raccontare l’itinerario fisico e mentale di tre sguardi, nel tentativo di provare a rilanciare l’attenzione verso un tipo di fotografia in cui anche la vita di tutti i giorni torni a suscitare curiosità e interesse umano.

Giovanni De Leo, dal 2004 fa parte del Deaphoto Staff, collaborando alle attività didattiche, di
documentazione ed espositive dell’Associazione. Dal 2009 è Docente di Storia della Fotografia ai
Corsi Deaphoto. La sua ricerca personale spazia dalla analisi territoriale, alla Street Photography
fino al Ritratto.

Michelangelo Chiaramida, dal 2006 membro del Deaphoto Staff. E’ coordinatore dei progetti
espositivi (Deaphoto Expo). La sua ricerca personale è incentrata soprattutto sul ritratto,
sull'analisi delle nuove configurazioni degli scenari urbani, e su una ricerca oggettuale di chiara
ispirazione pop.

Sandro Bini, fondatore e Direttore responsabile dal 2001 di Deaphoto. La sua ricerca artistica è
tesa ad un indagine sulle relazioni fra l’uomo e il paesaggio contemporaneo e sulla dialettica critica fra percezione e fruizione dei luoghi, legata alla contestualizzazione della propria esperienza.

Associazione Culturale Deaphoto
Deaphoto è un' Associazione Culturale con sede a Firenze che si occupa di fotografia con attività
didattiche , espositive, editoriali, di progettazione e documentazione, iniziative di ricerca e studio, promozione, divulgazione, recensione e critica. I progetti sono indirizzati principalmente alle analisi delle questioni sociali e ambientali del Territorio con campagne di indagine, documentazione, e sensibilizzazione che accompagnano da sempre le nostre attività di formative.

PkPosse Photographers - videoproiezioni

Posted: by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0


                     

PK Posse photographers parteciperà a Open Wound festival Festeggiando il suo primo anno di vita con la proiezione dei lavori più significativi.Nuova agenzia con base a Milano, nata grazie al supporto dell’agenzia Prospekt e coordinata da Marta Posani e Beatrice Mancini, PK Posse rappresenta un gruppo di promettenti e giovani fotografi. Tutti espressione di una forte, personale ed eterogenea rappresentazione del reale. Massimiliano Clausi, Paola De Grenet, Andres Gonzales, Henrik Malmstrom, Beatrice Mancini, Janire Najera, Myrto Papadopoulos, Marco Pighin, Eva Tomei ed Alessandro Vincenzi durante quest’anno hanno pubblicato ed avuto riconoscimenti a livello nazionale ed internazionale,come il Premio Canon Giovani Fotografi; la selezione tra I finalisti del premio nazionale Amilcare Ponchielli organizzato dal GRIN, di Descubrimientos Madrid e del Premio Antropographia per I diritti umani; la selezione tra I giovani talenti dell’Unione Europea ed esposizioni all’interno del circuito di Roma fotografia e del festival di fotografia di New York.

Posted: 11/07/09 by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0











Jacopo Quaranta

Un progetto fotografico in ambito sociale realizzato
a Londra. La drammatica storia di Naomi, una ragazza
alcolista. Il progetto è stato esposto a Roma nel
settembre 2008. e pubblicato online su Repubblica,
foto8 e The Big Issue.


Open Wound center,via Roma 27
dal 21 al 23 agosto 2009

Mostra autori emergenti

Posted: by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0











Raffaella Sottile

Un’indagine scientifica in un percorso etnografico
che mette in scena l’onnipresente tema della memoria,
del passaggio del tempo e degli aspetti dell’esistenza
umana.,La vita scorre davanti a noi in un flusso ininterrotto.
Fissarne un frammento in un’immagine ci dà la possibilità di
fermare il tempo ed osservare quello che è avvenuto in un
certo qui ed ora.Il soggetto è la popolazione di Santo Stefano
Al Mare d’ora in avanti. I loro volti sono il simbolo di se stessi,
della propria vita ordinaria e, contemporaneamente,
straordinaria.Un progetto che ha due temi fondamentali:
il trascorrere del tempo ed il tema della scomparsa.Il
tempo avvalora l’intento di documentare la realtà quale
essa sia, comune, quotidiana, ripetitiva, assumendo il sapore
della memoria, ma fondamentale è la considerazione
dell’importanza della memoria nella narrazione, la vita
non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e
come la si ricorda per raccontarla.
Ogni cittadino avrà un posto nella memoria per raccontarsi.


Open Wound center,via Roma 27
dal 21 al 23 agosto 2009

Francesco Zizola-La guerra in corpo

Posted: 18/06/09 by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0







La situazione umanitaria in Colombia rimane drammatica: tre milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case a causa del conflitto. Molti hanno trovato rifugio nei quartieri poveri ai margini delle grandi città, cercando l’anonimato tra le masse. La Colombia è il terzo paese su scala mondiale per un numero di sfollati interni subito dopo il Sudan e la Repubblica Democratica del Congo. Il 75% degli sfollati è composto da donne e bambine. La Colombia è inoltre il quarto paese al mondo per numero di mine antiuomo disseminate sul suo territorio.
Medici Senza Frontiere opera in Colombia dal 1985 per portare cure mediche di base alla popolazione nelle zone colpite dal conflitto o da epidemie e catastrofi naturali, e oggi lavora nei dipartimenti di Arauca, Buenaventura, Tolima, Narino, Caquetà, Cauca, Putumayo, Chocò, Ationquia, Sucre, Norte de Santander, Bolivar e Cordona. Nelle zone rurali MSF lavora soprattutto attraverso il sistema delle brigadas, equipe multidisciplinari composte da personale colombiano e internazionale che si recano direttamente nelle aree più remote dove la popolazione civile vive intrappolata nel conflitto. Le conseguenze sono devastanti: spostamenti forzati, violazioni dei diritti umani ma anche mancato accesso alle cure, traumi psicologici, interruzione nei servizi di base come acqua o elettricità. MSF cerca di garantire una presenza umanitaria in prossimità alle comunità più colpite dal conflitto armato.
I servizi offerti da MSF sono totalmente gratuiti e comprendono cure mediche di base, appoggio psicologico, campagne di vaccinazione, programmi di salute sessuale e riproduttiva e di potabilizzazione delle acque. MSF lavora inoltre in alcune zone urbane dove si registrano le concentrazioni maggiori di popolazione desplazada (sfollata) o di persone in situazioni vulnerabili. In entrambi i casi si tratta di esclusi dal sistema di salute pubblica ai quali MSF intende così garantire un accesso alle cure.
* La mostra è stata premiata con il Premio del World Press Photo nella categoria “People in the News” e nasce dalla volontà di Medici Senza Frontiere e del fotografo Francesco Zizola di testimoniare la situazione drammatica della popolazione colombiana.


www.zizola.com
www.noorimages.com
www.10bphotography.com



Dal 21 al 27 agosto 2009
Lungomare De Albertis, 4
Santo Stefano Al Mare
Orari: dalle ore 20.30 alle 00.00
Inaugurazione venerdì 21 agosto, ore 20.00

SoneTsenZ@Open Wound Festival di Fotogiornalismo

Posted: 17/06/09 by Open Wound - festival di fotogiornalismo in
0







Il progetto SoneTsenZ, ideato da Alessandro Errico e Mauro Di Donato, prende forma nel 2002.Nel 2005, con Paolo Lucini, Cristiano Urbani, Enrico Rossetti e Marcello Ravesi, il gruppo realizza una pre-release provvisoriamente intitolata “VOLUME 1” che verrà inviata inizialmente a pochi addetti ai lavori non solo legati al mondo musicale: in primo luogo Edoardo Sanguineti, il più grande poeta italiano vivente, ispiratore del brano intitolato “Scegli Me” (traccia 5 del “VOLUME 1”) e principale promotore di quel movimento rivoluzionario a livello linguistico e letterario conosciuto nei manuali di letteratura come “Gruppo 63”. Inaspettatamente, Sanguineti risponde personalmente con una lettera (scritta naturalmente senza l’ausilio dei moderni mezzi di comunicazione) e si dichiara entusiasta della ricerca dietro il lavoro che gli è stato inviato:

«In questo lavoro si volta pagina, nettamente: musicalmente (anche vocalmente) e testualmente; irriconoscibile, quasi, e per fortuna, in meglio; perché SONETSENZ mi sembra un lavoro di notevole pregio, insomma, CI SIAMO! e la notizia che accompagna il VOLUME 1 è vera, secondo me».

La “notizia” alla quale Sanguineti fa riferimento è una sorta di introduzione al disco scritta per
l’Almanacco delle Scritture Antagoniste: in questo volume, i curatori hanno voluto inserire alcuni testi tratti dal VOLUME 1 nell’edizione 2006 (Odradek) nel quale figurano alcuni tra i massimi scrittori contemporanei a livello internazionale come Amiri Baraka, Baruchello, Hemingway J., Krysinski, Leonetti, Lunetta, Muzzioli, Palladini, Patella, Pignotti, Sanguineti ecc.
Successivamente Alessandro Errico e Marcello Ravesi saranno ospiti di Edoardo Sanguineti a Genova, e in questa occasione il poeta registrerà per i SoneTsenZ anche alcune tracce vocali che
verranno inevitabilmente montate nella versione definitiva del CD.

Altro fondamentale feedback al VOLUME 1 è stato quello di Gianni “Marok” Maroccolo, storico
produttore indipendente italiano (Litfiba, CSI, CCCP, Marlene Kuntz, PGR, IG…) il quale, dopo aver ascoltato con attenzione il CD, scrive:

«…Tutto il disco ha un senso e una sua ambientazione precisa nonché un equilibrio perfetto fra poetica e musica. Quasi tutto torna. In tal senso: complimenti sinceri!».

Maroccolo stesso coinvolgerà successivamente anche Riccardo Tesio (Marlene Kuntz) nella produzione del primo disco dei SoneTsenZ.

Il 30 settembre del 2006, in occasione della Notte Bianca di Napoli, i SoneTsenZ vengono invitati dal Museo di Arte Contemporanea Donna Regina (M.A.D.Re.) ad esibirsi in un contesto esclusivo mai utilizzato per un concerto rock. In quella occasione, elaborano una vera e propria istallazione audio-visiva in contrappunto con Robert Cahen, storico videoartista francese che mette a disposizione del gruppo un’opera muta, “Le cercle”, sul quale i SoneTsenZ costruiscono un paesaggio sonoro ipnotico con l’ausilio della voce “differita” e manipolata di Edoardo Sanguineti.

Tra i “fan” della prima ora del progetto anche un certo Corrado Rustici che, attraverso il noto portale MySpace (myspace.com/sonetsenz), scrive una mail privata al gruppo:

«Se i piedi della “MUSICA” si muovessero, il grande oceano strariperebbe... Per fortuna, l’ispirazione non ha un solo cuore in cui rifugiarsi… Complimenti per lo stato artistico :-) Peace, Corrado»

In questo momento il gruppo è in studio per completare il primo album che sarà co-prodotto da
Gianni Maroccolo e Riccardo Tesio (Marlene Kuntz). Contemporaneamente all’uscita ufficiale del CD, partirà un’intensa attività live nei migliori club della penisola.

NOTIZIA

SoneTsenZ - Volume 1

«Ho perso le parole, o forse sono loro che perdono me»

Ogni parola dacché scrivo canzoni mi è parsa insufficiente a esprimere o denotare, come se dietro la sua splendida pelle si nascondessero legami, eccessi e orrori. La musica poi è bastarda, accumula per te riflessi e condizioni, se non la argini fa il suo dovere, che spesso è una iniziazione: ogni Ligabue trasmesso e massificato produce melopee salmodianti spesso insensate quanto assennate, qualificabili tout court come minimi atti di cooptazione involontaria. Non scomodo Gramsci perché non solo di “appendici” parlo ma di spazi d’interazione potenziali attraverso i quali quei legami, eccessi e orrori vengono semantizzati in un alfabeto combinatorio non solo descrittivo ma appunto prescrittivo. Dentro questo progetto SoneTsenZ c’è una musica leggera, dove la leggerezza non è un limite (operativo) in cui inscrivere (e scrivere) un testo, ma il suo binario (strategico) d’accesso alla permeabile natura del senso comune. Dove il tempo diventa un battito immemorabile lastricato di scarti (bio)ritmici. Dove le parole suonano e si perdono e in questo perdersi si mostrano per quello che sono e che sanno. La forma canzone, per quanto destrutturata, al pari di ogni forma le contiene e veicola ma è il battito di chi ascolta, così riformulato, che dovrebbe rivelarle. [ae]



http://www.sonetsenz.com
http://www.myspace.com/sonetsenz
http://www.stzpoint.com



domenica 23 agosto 2009
dalle 21.30 alle 00.45
P.za B. Powell
Santo Stefano Al Mare (IM)


Workshop con Giovanni Cocco

Posted: by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0








IL REPORTAGE
SOCIO-ANTROPOLOGICO.

Nei 2 giorni previsti dal workshop i partecipanti verranno invitati a discutere i loro portfoli con Giovanni Cocco fotografo italiano free-lance. Attraverso l’analisi delle fotografie presentate, verranno forniti elementi e strumenti critici per comprendere come il linguaggio del reportage possa oggi essere applicato ai media , tradizionali e non. Inoltre l’autore, presentando alcune delle sue recenti produzioni , illustrerà tutti i passaggi necessari per arrivare alla pubblicazione; dalla preparazione di una storia alla sua realizzazione sul campo , dalla tecnica di editing alla selezione finale , dalla post produzione in photoshop alla presentazione al photo editor. In ultimo verranno individuati i possibili ambienti professionali in cui i partecipanti potrebbero inserirsi in base alle specifiche attitudini.

Nato a Sulmona nel 1973, autodidatta, ha ampliato le sue conoscenze fotografiche
partecipando a diversi workshop in Italia. Ha lavorato per editori italiani coprendo
diversi eventi sociali per oltre 5 anni. Fino al 2008 è stato rappresentato dall’Agenzia Internazionale di Stampa Nazcapictures, attualmente è free-lance e lavora assiduamente per diversi magazines come Vanity Fair (Italia), D la Repubblica delle donne, L’Espresso, Io Donna, Madame Figarò (Russia) e vive a Roma Nel 2004 ha iniziato a dedicarsi alla fotografia di reportage, all’indagine sociale ed ambientale. Nel 2006 realizza un reportage nei balcani, a Sarajevo, per i 10 anni dal termine dei conflitti, esposto nel Festival Internazionale di Fotografia “L’oeil en Seyne” a Toulon in Francia e finalista al Premio Fnac Italia nello stesso anno. Dal 2007 porta avanti diversi progetti fotografici, tra cui la Bouches du Rhone, con il quale ha vinto il primo premio all’Internazional Winephoto Contest nel 2008, ed uno studio sulla Comunità Musulmana in Italia, esposto al Festival di Fotografia di Roma. Sempre nel 2007 realizza un corporate per conto di Cariparma con un reportage dal titolo “24 ore con l’Italia del rugby” pubblicato anche su Sportweek inserto della Gazzetta dello Sport, mentre nel 2008 la regione Veneto gli commissiona un reportage sul Lago di Garda nei territori dei comuni Veneti.

Info:

venerdì 21 agosto 14.30-19.30
sabato 22 agosto 14.30-19.30

Al termine del workshop verrà rilasciato un attestato di partecipazione firmato dal docente e dalla direzione di Open Wound festival di fotogiornalismo.
E' richiesta la presentazione di un portfolio in forma digitale.E' consigliato l'uso del proprio personal computer .
Il workshop avrà un numero limitato di iscritti , è quindi consigliabile prenotare con anticipo.
Il costo del workshop e’ di 250€ iva compresa.
Per informazioni, prenotazioni ed iscrizioni : openwound@hotmail.it
E’ prevista l’assegnazione di una borsa di studio.
Per concorrere, contattare: openwound@hotmail.it


II Edizione - 21-22-23 agosto 2009

Posted: by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0

                                                     



Chi di noi non è mai salito su una giostra, chi non ha mai impersonato un Napoleone o un don chisciotte cavalcandone un cavallo.Per un tempo limitato a pochi minuti tutti ci siamo immedesimati in un ruolo indossando una maschera, una maschera che volutamente abbiamo scelto tra le finite possibilità che la giostra ci offriva.La giostra è un esempio semplice che dimostra come l’essere umano continuamente sceglie di impersonare dei ruoli negli eventi della propria vita quotidiana.Ma cosa accade quando la vita quotidiana inizia a richiedere più che mai un’assunzione da parte di ognuno di un ruolo, e a volte più di uno, che maschera la naturalezza dell’individuo in favore di un comportamento collettivamente apprezzabile?Cosa interviene nei rapporti tra le persone se a manifestarsi non è più l’uomo ma il personaggio che la società chiede di impersonare?La psicologia considera indossare una maschera come una metafora per distinguere i tipi di atteggiamenti tenuti nelle diverse situazioni della vita,quindi si può indossare la maschera dell’impiegato,come quella del burlone o del marito e ognuna in realtà non maschera nulla,ma permette di mostrare un lato della propria personalità.Infatti, noi non siamo solo amici, compagni, lavoratori, politicamente schierati ecc ecc ... ma siamo l’essenza che interpreta tutti questi ruoli. Ma in arte valgono le stesse domande? Oppure, non è che il ruolo interpretato dall’artista/autore, in un suo elaborato, ci rivela la sua vera identità? OPEN WOUND il dito nella piaga. Open Wound 2009, per sua natura, focalizza la ricerca intorno e dentro il fare artistico e pone una domanda: in un prodotto artistico, dovè l’autore? E che ruolo ha impersonato l’autore? Nella lettura degli elementi costitutivi di un’opera (un oggetto, una frase, una nota, un colore ecc.) in quale di essi si cela l’autore? Attraverso l’incontro sia con le opere che con gli autori andremo alla ricerca di quegli elementi che ci porteranno ad una identificazione del ruolo impersonato dall’autore. Un tassello che consegneremo a chi, semmai c’è, potrà completare la costruzione del gigantesco puzzle che è l’identità degli autori invitati. Le direzioni sulle quali Open Wound si muove sono quelle già aperte nell’edizione 2008: la fotografia, la letteratura e la musica.

I Edizione - 20 agosto 2008

Posted: 20/08/08 by Open Wound - festival di fotogiornalismo in Etichette:
0



Nessuno ha mai visto una giraffa con le ali,ma possiamo immaginarla.
Un'immagine viene
creata componendo parti diverse,non semplicemente proiettando su uno schermo una foto già pronta in archivio.Le nostre immagini non sono fisse,si muovono,si trasformano, si ricombinano. L’immagine non è un semplice evento linguistico,con una sua sintassi e una semantica culturalmente modellate ma è anche contenuto ‘mentale’.L’immaginazione è un modo ordinario del funzionamento del pensiero,osservabile nell’attività dell’artista, dello scienziato,ma pure nella vita quotidiana. Probabilmente tutto il pensiero poggia sulle immagini mentali.Anche se c'è una tendenza plurisecolare a ghettizzare l'immaginario nella zona dell'estetico e dell'artistico, è evidente che l'immaginazione non è una facoltà che si attiva in certi casi speciali.Anzi è la condizione della normale esperienza. L’esperienza,in quanto “rappresentazione interna”,può essere reificata (rappresentata esternamente) attraverso una trasformazione: un linguaggio (comunicazione verbale, corporea, figurativa, musicale, ecc.).



OPEN WOUND il dito nella piaga

La ferita aperta quindi è una analisi sulle arti che manifestano
l’esigenza dell’esperienza, dell’evocare l’immaginazione.
Abbiamo scelto ed aperto finestre sulla fotografia, sulla letteratura,
sulla musica e sulla video arte.
La mostra tre reportage reali nelle cui immagini si evocano
immaginazioni negate. Una rassegna video che per la propria
costruzione è basata su dei brani che evocano un amore negato.
Un romanzo ………………………….
Un concerto capace di evocare immagini, percepite segretamente e
individualmente dai partecipanti sia essi musicisti che pubblico.